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Off topic Su tutto e su niente - un modo di passare il tempo in buona compagnia... |
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#1 |
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![]() ![]() se volete un consiglio..leggetelo al volo...è molto meglio... ![]() |
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#2 |
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x gli amministratori del sito. Ho cercato più volte di inviare una mail allo staff per comunicarvi una iniziativa, ma non funziona. Comunque, se ritenuto inopportuno (ho cercato di contattarvi proprio per sapere se andava bene) cancellatelo pure. Cordiali saluti.
Comunicato stampa Il 24 aprile a Spino d'Adda, politici, associazioni ambientaliste, venatorie e agricole a confronto sulla proposta di riforma della Legge sulla caccia 157/92 C'è gran fermento a livello nazionale sulla proposta a firma del sen. Franco Orsi di modificare la legge vigente (157/92) sulla caccia. Come spesso avviene in politica, i fautori e gli oppositori dichiarano che c'è disinformazione in merito e conseguentemente l'opinione pubblica - che sia favorevole o contraria - non riesce a capire cosa effettivamente si proponga e cosa no. Per cercare di colmare questa lacuna, venerdì 24 aprile alle 21 presso il cinema Vittoria di Spino d'Adda si confronteranno civilmente i rappresentanti di entrambi gli schieramenti. L'iniziativa, a ingresso libero, è stata resa possibile dal Comune di Spino d'Adda (Cr), dalla Parrocchia e dallo storico e rinomato ristorante spinese Paredes y Cereda. La serata sarà aperta dall'intervento del sindaco di Spino d'Adda e, con la moderazione del giornalista Giovanni Todaro, metterà a confronto due mondi – quello ambientalista e quello venatorio – che notoriamente hanno visioni diverse, anche se è altrettanto vero che in diverse realtà locali entrambe le fazioni collaborano proficuamente nell'interesse dell'ambiente e della natura. Sono stati invitati in qualità di relatori, oltre a esponenti qualificati del PDL e del PD, i rappresentanti di associazioni ambientaliste e venatorie quali WWF, Federcaccia, LIPU, Ekoclub, Libera Caccia, Wilderness, Confavi, Legambiente e Arci Caccia, nonché la Coldiretti. Visto che il fine dell'iniziativa della serata è quello di far capire chiaramente al pubblico, e ai numerosi giornalisti che saranno invitati, cosa prevede in concreto la proposta di riforma della Legge 157/92, coordinerà la serata un esperto super partes – magistrato o docente universitario - che spiegherà succintamente cosa prevede concretamente ogni articolo, o quantomeno quelli più contesi, della proposta di legge. Pertanto, un intervento fondamentale e di grande valore. La scelta di organizzare l'iniziativa a Spino d'Adda – oltre al fatto di essere stata subito accolta e supportata dall'Amministrazione Comunale e dal ristorante Paredes y Cereda – è dettata dal fatto che Spino d'Adda si trova in posizione strategica essendo al confine fra le province di Cremona, Lodi e Milano e nelle vicinanze delle province di Bergamo e Brescia. Tutte zone ad alta presenza di cacciatori, ambientalisti e agricoltori. Prima e dopo l'incontro pubblico sono previsti incontri conviviali su prenotazione aperti a tutti gli interessati. Per informazioni 3489000276. Incontro pubblico Proposta di riforma della Legge 157/92 (Legge sulla caccia) Contraddittorio fra i rappresentanti dei favorevoli e dei contrari Data: venerdì 24 aprile 2009, dalle 21. Dove: cinema Vittoria di Spino d'Adda (CR), 500 posti a sedere. Spino d'Adda si trova a circa 25 chilometri da Milano, al confine fra le province di Cremona, Lodi e Milano e nelle vicinanze delle province di Bergamo e Brescia. Ingresso: libero. Finalità dell'iniziativa Il principio del contraddittorio è di basilare importanza poiché consente a ciascuna delle parti di presentare alle altre l'insieme dei dati ritenuti più idonei al sostegno della propria tesi, interloquendo su analoghi elementi presentati dalle altre parti. Tale concetto postula che alle parti sia riconosciuta una posizione di parità. Introduce quindi il concetto di parità delle armi e al diritto di difesa. Scopo della iniziativa di Spino d'Adda è pertanto dare la possibilità a tutti i relatori di illustrare e spiegare le proprie ragioni. Non solo, al fine di rendere immediatamente chiaro al pubblico convenuto cosa effettivamente e concretamente citino la legge vigente e la relativa proposta di riforma, i vari articoli delle stesse saranno spiegati da un magistrato/legale /docente universitario super partes. All'iniziativa saranno presenti numerosi giornalisti di testate locali, regionali e nazionali. Sono stati invitati*: Deputati e senatori PDL e PD referenti sulla proposta di modifica della Legge 157/92 Associazione ambientalista WWF Italia Federazione Italiana della Caccia Associazione ambientalista LIPU: confermata partecipazione del dr. Danilo Selvaggi, Responsabile Rapporti Istituzionali LIPU BirdLife Italia. Associazione Nazionale Libera Caccia: confermata partecipazione del Presidente nazionale dr. Paolo Sparvoli Associazione Nazionale ArciCaccia Associazione ambientalista Wilderness Confederazione Confavi Associazione ambientalista Legambiente Associazione Libera Agricoltori e/o Associazione Coldiretti Associazione ambientalista Ekoclub L'invito è stato inoltrato ufficialmente, anche con contatti diretti. Gli invitati daranno successivamente conferma o meno sulla partecipazione. In caso di non disponibilità o mancata comunicazione entro il 15 aprile si provvederà alla loro sostituzione. Il numero di associazioni, ambientaliste e venatorie, è limitato a quelle succitate solo per meri motivi di scaletta e di durata dell'iniziativa. Moderatore: Giovanni Todaro, giornalista Programma Ore 19: cena a invito al ristorante Paredes y Cereda di Spino d'Adda (via Roma, 4) con i relatori dell'incontro e i giornalisti accreditati (ufficio stampa, 3489000276). Ore 19: cena su prenotazione, aperta a tutti, al ristorante Canadi di Zelo Buon Persico – Lodi, tel. 02.9065146 (1,5 km. da Spino d'Adda, SS Paullese in direzione Milano, prima del ponte sull'Adda a sinistra) Ore 21: cinema Vittoria (viale Vittoria, 6), incontro pubblico. Apertura, sindaco di Spino d'Adda, dr. Costantino Rancati. Seguono gli interventi. Al termine (ristorante Canadi), incontro informale fra relatori e pubblico. ATTENZIONE Chi volesse partecipare esclusivamente su prenotazione alla cena, ambientalista o cacciatore che sia, contribuirà a dare rilevanza all'iniziativa. Per quanto riguarda la cena sono stati previsti quattro spazi: 1) Solo per cacciatori. 2) Solo per non cacciatori. 3) Per cacciatori e ambientalisti che vogliano confrontarsi civilmente, a tavola, con chi la pensa diversamente, nel massimo rispetto ed educazione. 4) Per le forze dell'ordine, che saranno presenti per tutta la serata. Tutti sono graditi, con l'esclusione di facinorosi di ambo le parti. Contributi La scelta dell'organizzazione dell'iniziativa – per evidenti motivi di opportunità e imparzialità - è stata quella di non accettare contributi o sponsorizzazioni da nessuno degli enti e associazioni partecipanti all'iniziativa. E' invece aperta a contributi - necessari per l'iniziativa, che comunque si terrà come stabilito – di aziende e altre realtà che vogliano promuoversi, con apposito comunicato da distribuire agli intervenuti nonché con una cartella stampa che sarà consegnata a ognuno dei numerosi giornalisti che interverranno. Per contatti, 3489000276 Allo scopo di sostenere economicamente le ingenti spese legate all'iniziativa – che non fa riferimento ad alcuna associazione ambientalista o venatoria - si chiede a tutti gli interessati, a prescindere dalla loro presenza, un contributo personale anche minimo da versarsi entro il 16 aprile a: Banca Popolare di Crema, filiale di Vaiano Cremasco IT58 - K - 05228 - 57280 - 000000000117 Contatti organizzazione: 3489000276 [email protected] |
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#3 |
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Inadempienze e canili lager di Enrico Finocchiaro Sono ancora troppi i comuni italiani che non applicano le norme comunali previste dalle legge 281/91 contro il randagismo e le conseguenti disposizioni previste dalle singole leggi regionali di applicazione. Nonostante i fatti avvenuti in questi ultimi mesi specialmente a Benevento ed in Sicilia dove ci sono state delle vere e proprie aggressioni di branchi di cani randagi ed affamati a danno di bimbi e persone, in ancora troppi comuni, specialmente al sud, i sindaci e gli enti locali preposti girano la testa dall'altra parte e non applicano la legge che prevede che ogni comune abbia un servizio proprio o consorziato di cattura e custodia in canile dei cani randagi presenti sul territorio comunale la cui responsabilità ricade direttamente sulla persona del primo cittadino. Secondo i dati del censimento che ogni anno viene effettuato dall'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente sono circa 1.560 i comuni che in Italia (specialmente nelle regioni del sud Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, Lazio, Sardegna e Abruzzo in ordine decrescente) che alla vigilia di questa estate di possibili abbandoni non hanno ancora attivato il servizio di prevenzione al randagismo. Al momento sono circa 600.000 i cani randagi liberi sul territorio nazionale e sono solamente 150.000 quelli ospitati nei canili pubblici e privati in Italia, con un incremento del 25-30% rispetto ai dati ufficiali delle anagrafe canine regionali e nazionale, secondo cui sono circa 450.000 i cani randagi ancora liberi. Ma non è tutto, ci sono infatti situazioni al sud ma non solo che meritano ulteriore attenzione. Infatti scorrendo i dati sulle convenzioni, almeno un migliaio di comuni (piccoli e grandi) sono convenzionati con canili che si possono definire canili-lager, non solo al sud ma anche in regioni del nord come la Lombardia, il Piemonte e l'Emilia Romagna; questi si vanno a sommare ai 1.560 senza nessuna convenzione. Altro dato importante riguarda i controlli: almeno la metà dei comuni campionati tra il 2008 e i primi cinque mesi del 2009 hanno ammesso di non aver mai disposto un controllo sulla salute dei cani affidati ai canili convenzionati, pochissimi sono i comuni (tra quelli che non gestiscono in proprio il servizio di canile comunale) che hanno effettuato più di due controlli annui sul modo in cui vengono tenuti i cani nei canili convenzionati, lavoro questo lasciato sbrigare alle associazioni animaliste presenti nei canili che svolgono un'attività assolutamente meritoria nella gestione quotidiana dei cani ospiti nelle strutture specialmente in quelle private. Altri due dati che sono sintomatici della situazione di grande disagio in cui versano centinaia di canili italiani è dettato dalle somme molto spesso irrisorie versate dai comuni italiani per il mantenimento dei cani ospitati (escluse le spese per i controlli e le cure veterinarie), la cui forbice va da un minimo di 65 centesimi al giorno per cane fino a 2,50 euro al giorno per cane, mentre i comuni che pagano cifre più alte sono delle mosche bianche. A completamento di tutto ciò rimane aperta la questione delle sterilizzazioni che dovrebbero riguardare almeno 250.000 cani e per le quali ci vorrebbe un investimento di almeno 10-12 milioni di euro a fronte dei 3,5 stanziati quest'anno dalla legge finanziaria. 12 06 2009
__________________
http://www.earthlings.com/ http://www.massacreanimal.org/ http://www.scienzavegetariana.it/ Last edited by Earthlings; 21-09-2009 at 17:37. |
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#4 |
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16/3/2009 ![]() Il business dei randagi ![]() ![]() Truffe e assenza di controlli nel fallimento delle politiche di protezione e vigilanza sui cani abbandonati ![]() ![]() di FLAVIA AMABILE ![]() Cinque mesi fa era toccato a un bimbo nel beneventano: era stato azzannato dai cani randagi. Allora il sottosegretario con elega alla Salute Francesca Martini aveva parlato di «degrado» e di responsabilità dei sindaci. Cinque mesi dopo nulla sembra cambiato, e un bimbo in più è stato ucciso. «Se il governo taglia i fondi per la lotta al randagismo è normale che ci si trovi davanti a questi episodi», denuncia Lorenzo Croce, presidente dell’Aidaa, l’Associazione per la difesa degli animali. Già da questo anno infatti i fondi caleranno del 20%, di oltre un milione di euro: dai 4.945.000 euro previsti dalla finanziaria dello scorso anno a 3.819.000 euro con una riduzione complessiva di circa 5 milioni di euro in tre anni. «Già era difficile prima affrontare il problema dei cani randagi, lo sarà ancora di più ora», sostiene Croce. E nei casi di ferite o morti causate da cani senza padrone non è ancora ben chiaro di chi sia la responsabilità. A volte del comune, altre dell’Asl, a seconda dei casi, a giudicare dalle sentenze dei tribunali ordinari e della Cassazione. Sono circa 600 mila i cani randagi in base alle cifre del ministero della Salute, cifre ufficiali in una materia che di ufficiale non ha proprio nulla, ed infatti secondo Bruno Mei Tomasi, presidente dell’Anta (Associazione Nazionale per la Tutela degli Animali) sarebbero più del doppio, un milione e mezzo, i cani abbandonati. Solo in circa 150 mila quelli ospitati nei canili rifugio, gli altri sfuggono ad ogni controllo. E i controlli da fare sarebbero molti come stabiliscono le leggi, ma sarebbero 1.650 i comuni italiani fuorilegge che non hanno un canile comunale o una convenzione con un canile consortile o gestito dall’Asl o con un canile rifugio, dove ricoverare i cani abbandonati e randagi. L’80% di questi comuni si trova al Sud. Nel 2008 sono stati abbandonati 14.000 cani su strade e autostrade di tutta Italia, tra il 21 giugno e il 31 agosto 2008, con un calo del 19% rispetto allo stesso periodo del 2007. È migliorata Milano, dove a parte l’emergenza di ferragosto, si è registrata una diminuzione del 25% rispetto al 2007 (il 48% rispetto al 2006). Vanno bene anche Venezia, Torino, Genova, Parma e Bologna. La maglia nera spetta a pari merito a Sicilia, Puglia, Sardegna e Campania con abbandoni superiori al 30% e aumenti in media del 5% rispetto al 2007. La maglia nera spetta a Sicilia, Puglia e Lazio anche per la spesa. «Su un miliardo e mezzo di finanziamenti la Puglia da sola ne spende circa il 10%, 150 milioni l’anno. E Sicilia e Lazio poco di meno», spiega Bruno Mei Tomasi. «In Puglia c’è un canile quasi in ogni comune e in ogni canile ci sono dai 3 ai 400 cani. Soltanto Taranto spende 1 milione e 200 mila euro l’anno per la lotta al randagismo. Intorno ai canili c’è un giro di affari e truffe vertiginoso. Da poco sono stati trovati 170 cani randagi in una azienda di Matera che si occupava di servizi sanitari, sequestrata per fallimento. Quando ci si trova di fronte a situazioni simili è lecito pensare che questi cani venissero usati per sostituire gli animali morti nel canile in modo da mantenerne inalterato il numero e quindi i finanziamenti». |
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#5 |
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Animali: stop a business randagismo
Regole chiare ai comuni per convenzioni e appalti sui canili La LAV plaude all’ordinanza del sottosegretario Martini pubblicata in g.u. La LAV accoglie con soddisfazione le disposizioni dell’Ordinanza del Sottosegretario alla Salute Francesca Martini, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 207 del 7 settembre 2009, che stabilisce i livelli essenziali di tutela e benessere che i Comuni sono tenuti ad assicurare agli ospiti dei canili. ![]() «L’Ordinanza ministeriale rappresenta un importante e positivo passo in avanti nella tutela degli animali ricoverati nei canili e nella lotta al randagismo – commenta Ilaria Innocenti, responsabile LAV settore Cani e gatti – La precisazione delle responsabilità dei Comuni e dei Sindaci in materia di gestione dei cani, nonché del loro benessere, e l’obbligo di sterilizzazione entro il termine di sessanta giorni, e comunque sempre prima dell’eventuale trasferimento in altro Comune, sono misure di fondamentale importanza al fine di identificare compiti e individuare modalità chiare e inequivocabili per tutelare gli animali da situazioni incompatibili con le loro caratteristiche etologiche e/o di maltrattamento, reprimere il fenomeno dei canili lager e prevenire la nascita di cucciolate indesiderate, anche qualora il cane venga adottato». Il provvedimento, ribadendo come l’affidamento del servizio e gestione dei cani randagi da parte dei Comuni debba tenere conto della loro natura di esseri senzienti, dispone che in sede di bando di gara o di convenzione e di valutazione delle offerte siano previsti principi di prelazione a favore delle strutture gestite da associazioni onlus o enti morali aventi come finalità la protezione degli animali, a favore di strutture che garantiscono maggiore tutela della salute e del benessere, e che siano più vicine al luogo di rinvenimento dei cani. L’Ordinanza, che blocca la possibilità di trasferimento e gestione dei cani attribuiti tramite regolare gara d’appalto a strutture incompatibili con il benessere degli animali, stabilisce inoltre che le strutture individuate dai Comuni non dovranno avere una capienza superiore ai 200 cani, o superare le 200 unità e prevedere la presenza di un medico veterinario libero professionista come responsabile sanitario. Viene ribadita, inoltre, la precisa responsabilità del Sindaco anche nel caso di animali rinvenuti sul proprio Comune ma collocati in strutture che insistono su territorio non di sua competenza. Se collocati in altri Comuni o fuori Regione, il Comune dovrà informare del trasferimento il Servizio Veterinario ASL competente per territorio della struttura individuata e effettuare verifiche periodiche sullo stato di salute e benessere degli animali almeno una volta l’anno, e darne comunicazione al Consiglio comunale anche nel Rendiconto della gestione. «La trasparenza dell’azione amministrativa, cui comunque per legge le amministrazioni sono tenute, è un elemento di fondamentale importanza per garantire una corretta ed efficace gestione dei fondi pubblici destinati al randagismo ed evitare gli usi impropri L’obbligo di rendicontazione è inoltre importante per responsabilizzare i Comuni circa gli interventi da intraprendere anche per la futura gestione del problema affinando sempre di più le politiche di contrasto. Troppo spesso, infatti, le amministrazioni sottovalutano il randagismo e non dedicano a esso la necessaria attenzione con conseguenze negative per gli animali, ma anche per le persone». Trasparenza, ma anche rafforzamento del principio di pubblicità: in ogni struttura dovrà essere garantita anche l’apertura al pubblico almeno 3 giorni a settimana, di cui uno festivo o prefestivo, per almeno 4 ore al giorno e attività che aumentino l’adottabilità dei cani. E’ prevista anche l’affissione presso l’albo pretorio o altri spazi pubblici di informazioni e foto dei cani adottabili e la pubblicazione sui siti web. «Il problema dell’apertura al pubblico è particolarmente sentito in alcune realtà dove si ostacolano le adozioni e non è permesso ad alcuno di entrare. Un diritto che invece è di ogni cittadino in quanto i cani ospitati sono pubblici e per il loro mantenimento tutti pagano le tasse. Importanti anche le disposizioni secondo cui i Comuni e i Sindaci sono impegnati ad assicurare procedure efficaci di restituzione del cane al proprietario, nonché a prevedere l’accesso alla struttura e la presenza delle associazioni animaliste al fine di favorire l’adozione dei cani» «Solo così oltre a evitare inutili esborsi per cani smarriti anziché randagi, si può implementare la civile cultura dell’adozione, curarne il buon esito, monitorare costantemente le condizioni degli animali e garantire quel turn over indispensabile per contrastare il randagismo e trovare una nuova famiglia agli animali vittima dell’abbandono». martedì 8 settembre 2009 Fonte: © LAV.it |
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#6 |
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22/9/2009 - NORMATIVE ![]() Più tutele e garanzie per gli animali, Martini: pronta la legge quadro Il sottosegretario alla Salute: «Occorre una legge articolata a garanzia di una convivenza sicura con l'uomo» ![]() ![]() di ROBERTA MARESCI ![]() ROMA - «La normativa a tutela del benessere degli animali è pronta, si tratta adesso di farla diventare legge». Tutti riconoscono nella frase pronunciata questa mattina dal sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, qualche assonanza con quella proferita da Massimo D'Azeglio alla nascita dell'Italia. Forse perché così come per D’Azeglio dovevamo prendere in mano la responsabilità del nostro destino, la Martini spera oggi che l’Italia diventi «il Paese più avanzato in Europa per quel che riguarda la tutela degli animali. Con quasi sette milioni di possessori di cani, c’era bisogno di una regolamentazione del settore». Fatto è che «l’ufficio legislativo sta facendo i controlli - ha detto la Martini, intervenendo al convegno ’Uomini e animali. Ma siamo così diversi?’ - poi sarà assegnato in commissione Affari sociali della Camera che, auspico, lavori a spron battuto. Perché il rapporto con gli animali sta cambiando, la sensibilità degli italiani è fortemente aumentata e occorre una legge articolata a garanzia di una convivenza sicura con l’uomo». Cinquanta articoli riuniti sotto un'unica «legge permanente quello che è stato il tema della grandi ordinanze che ho emanato durante quest’anno per far fronte alle situazioni di emergenza - ha detto Martini - un vero e proprio codice che armonizza l’intera disciplina in materia e che ruota intorno ad alcuni pilastri». Primo fra tutti, «il microchip obbligatorio e l’istituzione dell’anagrafe nazionale canina colmano un vuoto - spiega - In futuro questa sorta di carta d’identità dell’animale potrebbe essere inserita nello stato di famiglia del proprietario, per far dialogare le due anagrafi e consentirci di avere un’idea precisa degli animali che vivono nelle case degli italiani. Penso sia una cosa fattibile, nel momento in cui l’anagrafe canina sia funzionante su tutto il territorio nazionale». Ma la legge contemplerà anche il dovere di raccogliere e curare i randagi e di ricoverarli in strutture che «dovranno rispondere a requisiti minimi di qualità, per evitare il ripetersi di episodi in cui i canili somigliavano più a dei lager che non a dei rifugi». Sarà contemplato anche il divieto di usare esche e bocconi avvelenati e l’obbligo di guinzaglio lungo non più di 1,5 metri nelle città e nei luoghi aperti al pubblico. Diventerà legge la buona abitudine di raccogliere gli escrementi. Verrà abbattuta la lista nera dei cani pericolosi, spostando l’accento sulla responsabilità civile del proprietario. Saranno introdotte le tolettature professionali, che finora erano viste come figure artigianali la cui formazione era su base volontaria. Sarà valorizzato il ruolo del veterinario. E, così come si insegna l’educazione civica e quella stradale, «entro i primi di ottobre presenterò un progetto da introdurre nelle scuole per insegnare a conoscere e rapportarsi con gli animali fin da piccoli», ha concluso la Martini. |
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#7 |
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9/10/2009 - IL CASO ![]() Il Ministero interviene a Matera: i cani verranno trasferiti Dopo servizio in tv di «Striscia la notizia», blitz dei Nas: animali maltrattati e malnutriti ![]() ![]() ROMA Il ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali interviene per salvare i cani di Matera: dopo un servizio tv su "Striscia la Notizia" che denunciava animali maltrattati, detenuti in locali demaniali del centro storico del Comune di Matera, è scattato un blitz dei Nas, che ha appurato il triste stato di abbandono degli animali. Così, mentre i proprietari sono stati denunciati, il ministero ha disposto il trasferimento nel canile sanitario comunale. Lo annuncia lo stesso ministero. Il servizio televisivo andato in onda nella trasmissione Striscia la Notizia il 6 ottobre scorso evidenziava la presenza di numerosi cani, alcuni dei quali in stato di gravidanza e cuccioli di pochi giorni, per lo più sprovvisti di identificazione, detenuti in locali demaniali del centro storico del Comune di Matera, nella località turistica "Sassi di Matera". In relazione a questo servizio - spiega una nota - il ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali ha disposto un intervento immediato ad opera dei carabinieri per la Tutela della Salute, Nas, per accertare lo stato dei fatti, e l`intervento si è svolto immediatamente dopo, il 7 ottobre, condotto insieme al servizio veterinario di Matera. E - spiega il ministero - in seguito a tale indagine i cani sono stati immediatamente trasferiti al canile sanitario comunale per l'accudimento e le prime cure: è, infatti, emerso che i cani erano detenuti in locali inidonei, umidi, senza pavimentazione adeguata, non sufficientemente illuminati e privi di acqua potabile. I proprietari degli animali sono stati segnalati all'autorità giudiziaria per violazioni riconducibili al maltrattamento degli animali e per non aver provveduto all'identificazione degli animali e alla relativa registrazione presso l'anagrafe canina. link al servizio di "striscia la notizia" |
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