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Old 25-05-2010, 12:03   #1
Earthlings
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L'ULTIMA MATTANZA

di Sabrina Giannini


RaiTre, Report in onda con "L'ultima mattanza" dedicato alla scellerata pesca al tonno rosso.

La pesca al tonno è l'ultima frontiera di una caccia ancora sfruttabile dall'industria.

Ma proprio a causa del sempre più crescente consumo di tonno in scatola molte specie sono eccessivamente sfruttate.
La storia del tonno in scatola e del tonno rosso del Mediterraneo, quasi in estinzione a causa dei giapponesi e della "moda" del sushi, sono il paradigma per capire quanto sia stupido l'uomo nel gestire le risorse del pianeta.
Troppi interessi e le ipocrisie dei politici ruotano intorno all'industria e alla pesca industriale del tonno e alle politiche mondiali per la conservazione delle specie sull'orlo dell'estinzione.
E il consumatore che, a causa della scarsa informazione in etichetta, non sempre è in grado di capire che con il proprio comportamento alimentare rischia di far sparire per sempre il pesce più importante per gli equilibri del mare.
Andando avanti così ai nostri figli lasceremo in eredità il sushi a base di riso e fagioli azuki.

link al video



link al testo integrale

Last edited by Earthlings; 25-05-2010 at 14:10.
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Old 25-05-2010, 14:25   #2
Earthlings
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http://www.greenpeace.org/italy/news/scatolette-tonno
"Rompiscatole". La classifica per salvare il tonno


Il tonno in scatola è la conserva ittica più venduta sul mercato mondiale, ma l’industria del tonno al momento non può esser considerata sostenibile.

Come si può leggere nel rapporto “Tonno in trappola”
http://www.greenpeace.it/tonnointrap...PORT-TONNO.pdf
la pesca al tonno minaccia le risorse sovrasfruttando gli stock di tonno e catturando esemplari immaturi e danneggia l’ecosistema marino causando ogni anno la morte di migliaia di squali, tartarughe marine e altre specie.

L’Italia è uno dei più importanti mercati mondiali per il tonno in scatola e il secondo più grande produttore in Europa.

Per questo abbiamo lanciato un’indagine sulla sostenibilità delle scatolette di tonno vendute nel nostro Paese, inviando un questionario a punti a ben 14 aziende che coprono più dell’80% del mercato nazionale.

La “classifica rompiscatole” si basa sui risultati della nostra indagine* e vuole spingere le imprese verso una maggiore sostenibilità e orientare i consumatori ad acquisti più responsabili.



http://www.greenpeace.org/italy/news/scatolette-tonno
Roma, Italia — Cosa c'è davvero nelle scatolette di tonno?
Lo svela la nostra classifica "Rompiscatole".

http://www.greenpeace.it/tonnointrappola/

Abbiamo valutato 14 dei marchi di tonno in scatola più famosi in Italia e ben 11 finiscono "in rosso" perché non sono in grado di garantire la sostenibilità del proprio prodotto.

Zero in pagella per MareAperto STAR, Consorcio e Nostromo.

Meglio per Coop, ASdoMar e Mare Blu!

Il tonno in scatola è la conserva ittica più venduta in Italia e nel mondo.

Pochi sanno, però, che per pescarlo si utilizzano spesso metodi distruttivi come i palamiti e le reti a circuizione con sistemi di aggregazione per pesci (o FAD), responsabili della cattura accidentale di un'ampia varietà di altre specie, tra cui tartarughe e squali, e di esemplari immaturi di tonno.

Il pinna gialla, il più consumato in Italia, è sotto pressione e la salvaguardia di alcuni stock desta ormai serie preoccupazioni.

Per raccogliere informazioni sulla sostenibilità delle scatolette, abbiamo inviato un questionario alle aziende e sulla base delle risposte pervenute abbiamo elaborato la valutazione.

Zero a Tonno MareAperto STAR e Consorcio per la loro assoluta mancanza di trasparenza: le aziende si sono rifiutate di rispondere al questionario.

0,7 a Nostromo che fornisce ben poche informazioni sulla provenienza del tonno utilizzato.

Riomare guadagna qualche punto in più, perché dimostra di avere informazioni precise sull'origine dei propri prodotti, ma si trova comunque in basso, non avendo adottato precisi criteri di sostenibilità nella scelta del tonno utilizzato.

Il punteggio più alto va a Coop, ASdoMar e Mare Blu, le uniche che hanno adottato una politica scritta per l'approvvigionamento sostenibile.

ASdoMar, inoltre, è uno dei pochi che, in metà dei propri prodotti, utilizza il tonnetto striato – specie considerata in buono stato - pescato con metodi sostenibili (lenza e amo).

Cambiare è possibile.

Quando i consumatori hanno sollevato il problema delle catture dei delfini, l'industria ha risposto positivamente e ora quasi tutto il tonno in scatola venduto in Italia è "dolphin safe", ma purtroppo non basta.

Le decisioni dei produttori di tonno in scatola e della grande distribuzione organizzata possono davvero trasformare il mercato.

La soluzione esiste, e prima che anche gli stock di tonno tropicale vengano totalmente compromessi, come è successo per il tonno rosso del Mediterraneo, bisogna eliminare gli attrezzi pericolosi, ridurre lo sforzo di pesca e tutelare con riserve marine le aree più importanti per queste specie.

Last edited by Earthlings; 25-05-2010 at 14:27.
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Old 25-05-2010, 15:59   #3
valentina
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ho visto report e ora mi chiedevo proprio che tonno prendere ....
a misha comperavo il naturale a seconda delle offerte (palmera, il peschereccio, coop, weight watcher), noi quello all'olio (solitamente maruzzella, coop o rio mare)

però ora vorrei scegliere con cognizione di causa dopo le immagini che ho visto
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Old 25-05-2010, 18:55   #4
duska
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ho visto report e ora mi chiedevo proprio che tonno prendere ....
a misha comperavo il naturale a seconda delle offerte (palmera, il peschereccio, coop, weight watcher), noi quello all'olio (solitamente maruzzella, coop o rio mare)

però ora vorrei scegliere con cognizione di causa dopo le immagini che ho visto
Dopo quello che ho visto, IO ho chiuso con TUTTI i tipi di tonno e il mio cane... pure! :

Nel film Matrix qualcuno disse : Ora comprendo, è l'uomo il virus... quanto è vero, purtroppo!
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Old 22-11-2010, 12:12   #5
valentina
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http://www.corriere.it/cronache/10_n...4f02aabc.shtml
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Old 03-05-2011, 10:59   #6
pongo
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Originally Posted by duska View Post
Dopo quello che ho visto, IO ho chiuso con TUTTI i tipi di tonno e il mio cane... pure! :

Nel film Matrix qualcuno disse : Ora comprendo, è l'uomo il virus... quanto è vero, purtroppo!

Sottoscrivo in pieno!!!!
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CLAUDIA e GHOST
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Old 03-05-2011, 12:40   #7
oxy
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Ecco un bell'esempio di pessimo giornalismo (d'altronde basta vedere da dove arriva)...
Notizia talmente assurda quanto falsa o fuorviante e catastrofista.
Non so quale sia la verità sottostante, ma provando a "interpretare" forse era meglio dire che nelle grandi città e nelle grandi catene di distribuzione il pesce che si compra è tutto o quasi pesce importato... ma è altrettanto vero che nelle cittadine costiere il pescato locale è disponibile eccome, anche nella grande distribuzione...

@pink
Io al tuo posto non avrei proprio di che vantarmi di dare carne di balena al mio cane visto che sono in via di estinzione!
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Fabrizio & Oxy

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Old 22-11-2010, 13:39   #8
duska
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ho visto report e ora mi chiedevo proprio che tonno prendere ....
a misha comperavo il naturale a seconda delle offerte (palmera, il peschereccio, coop, weight watcher), noi quello all'olio (solitamente maruzzella, coop o rio mare)

però ora vorrei scegliere con cognizione di causa dopo le immagini che ho visto
"Per non sapere ne leggere ne scrivere" nel senso che ignorando o meglio nella "certezza" che stiamo estinguendo un altra specie animale, personalmente ho eliminato la parola TONNO dalla mia dieta e da quella dei miei animali... avevo in passato ricevuto info da Greenpeace su questa cosa e tutto ciò è molto triste... credo che se continuiamo cosi lasceremo un mondo peggiore ai nostri figli e questa non è una bella cosa e una grossa responsabilità.
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Old 22-11-2010, 15:47   #9
Fiammetta86
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Ho trovato molto interessante la goodnews! ^^

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Old 02-05-2011, 20:21   #10
Earthlings
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RICERCA
Pesce, abbiamo finite le scorte, i nostri mari sempre più poveri
Il "Fish Dependence Day": l'ultimo pesce preso in Italia lo abbiamo mangiato il 30 aprile. Da questo momento, usiamo solo prodotti importati. Lo rivela la ricerca della New Economics Foundation, che calcola la capacità produttiva dei mari dei vari Paesi europei e la confronta con i consumi di pesce negli stessi Paesi
di ANTONIO CIANCIULLO

Dal 2000 è cresciuta senza sosta la differenza fra ricchezza dei mari e prelievo

ROMA - Abbiamo finito le scorte. Ci siamo mangiati l'ultimo pesce preso in Italia il 30 aprile e da ieri portiamo a tavola pesce importato. L'intera Europa consumerà la propria produzione ittica entro il 2 luglio, giorno in cui scatterà la dipendenza dagli altri mercati. Il calcolo è stato fatto dal Nef (New Economics Foundation 1), che si definisce un "think-and-do tank", un gruppo indipendente di ricerca e azione che studia il reale benessere economico dei vari Paesi. E la stima viene elaborata in base a una simulazione statistica: ogni anno si calcola la capacità produttiva dei mari dei vari Paesi europei e la si confronta con i consumi di pesce negli stessi Paesi.

IL RAPPORTO (pdf) 2

Il risultato è sconfortante. Dal 2000 la differenza tra la ricchezza dei mari e il prelievo è diventata sempre maggiore, il deficit alimentare è cresciuto senza sosta. Ogni anno i nostri mari si impoveriscono rispetto all'anno precedente e il Fish Dependence Day, il giorno in cui finisce l'autosufficienza alimentare per il pesce, si anticipa. Ecco i dati relativi ad altri Paesi: in Spagna il pesce autoctono si esaurisce l'8 maggio; in Portogallo il 26 aprile; in Francia il 13 giugno; in Germania il 27 aprile; nel Regno Unito il 16 luglio. L'unico paese quasi in pareggio è la Svezia, autosufficiente fino al 30 dicembre.
Gli effetti del sovrasfruttamento degli stock ittici europei sono mascherati dall'aumento delle importazioni di pesce proveniente da altri mari. Ma il dato di fondo - si osserva nel rapporto - è che lo sviluppo dell'acquacoltura non è riuscito a bloccare la crescente dipendenza dal pesce importato.

"Le catture sono in declino e gli studiosi avvertono che il 54% dei 46 stock ittici del Mediterraneo esaminati sono sovrasfruttati", dichiara Aniol Esteban di Nef/Ocean2012 e coautore del rapporto. "Gli italiani consumano la stessa quantità di pesce del 1999 ma poiché le catture sono molto diminuite hanno bisogno di importare il 37 per cento di pesce in più".

Nell'Unione europea, che vanta alcune delle più potenti flotte di pesca del mondo, le catture sono diminuite del 2 per cento l'anno dal 1993. I consumi invece sono cresciuti: tra il 1960 e il 2007 il consumo di pesce mondiale è quasi raddoppiato passando da 9 a 17 chili pro capite l'anno e in Europa si arriva a 22 chili. Secondo la Banca Mondiale le perdite economiche determinate, a livello globale, dall'eccesso di pesca, ammontano a 50 miliardi di dollari l'anno. (02 maggio 2011)


fonte
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Old 25-05-2010, 17:00   #11
Ruggero
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http://www.greenpeace.org/italy/news/scatolette-tonno
"Rompiscatole". La classifica per salvare il tonno

Il tonno in scatola è la conserva ittica più venduta sul mercato mondiale, ma l’industria del tonno al momento non può esser considerata sostenibile.

Come si può leggere nel rapporto “Tonno in trappola”
http://www.greenpeace.it/tonnointrap...PORT-TONNO.pdf
la pesca al tonno minaccia le risorse sovrasfruttando gli stock di tonno e catturando esemplari immaturi e danneggia l’ecosistema marino causando ogni anno la morte di migliaia di squali, tartarughe marine e altre specie.

L’Italia è uno dei più importanti mercati mondiali per il tonno in scatola e il secondo più grande produttore in Europa.

Per questo abbiamo lanciato un’indagine sulla sostenibilità delle scatolette di tonno vendute nel nostro Paese, inviando un questionario a punti a ben 14 aziende che coprono più dell’80% del mercato nazionale.

La “classifica rompiscatole” si basa sui risultati della nostra indagine* e vuole spingere le imprese verso una maggiore sostenibilità e orientare i consumatori ad acquisti più responsabili.



http://www.greenpeace.org/italy/news/scatolette-tonno
Roma, Italia — Cosa c'è davvero nelle scatolette di tonno?
Lo svela la nostra classifica "Rompiscatole".

http://www.greenpeace.it/tonnointrappola/

Abbiamo valutato 14 dei marchi di tonno in scatola più famosi in Italia e ben 11 finiscono "in rosso" perché non sono in grado di garantire la sostenibilità del proprio prodotto.

Zero in pagella per MareAperto STAR, Consorcio e Nostromo.

Meglio per Coop, ASdoMar e Mare Blu!

Il tonno in scatola è la conserva ittica più venduta in Italia e nel mondo.

Pochi sanno, però, che per pescarlo si utilizzano spesso metodi distruttivi come i palamiti e le reti a circuizione con sistemi di aggregazione per pesci (o FAD), responsabili della cattura accidentale di un'ampia varietà di altre specie, tra cui tartarughe e squali, e di esemplari immaturi di tonno.

Il pinna gialla, il più consumato in Italia, è sotto pressione e la salvaguardia di alcuni stock desta ormai serie preoccupazioni.

Per raccogliere informazioni sulla sostenibilità delle scatolette, abbiamo inviato un questionario alle aziende e sulla base delle risposte pervenute abbiamo elaborato la valutazione.

Zero a Tonno MareAperto STAR e Consorcio per la loro assoluta mancanza di trasparenza: le aziende si sono rifiutate di rispondere al questionario.

0,7 a Nostromo che fornisce ben poche informazioni sulla provenienza del tonno utilizzato.

Riomare guadagna qualche punto in più, perché dimostra di avere informazioni precise sull'origine dei propri prodotti, ma si trova comunque in basso, non avendo adottato precisi criteri di sostenibilità nella scelta del tonno utilizzato.

Il punteggio più alto va a Coop, ASdoMar e Mare Blu, le uniche che hanno adottato una politica scritta per l'approvvigionamento sostenibile.

ASdoMar, inoltre, è uno dei pochi che, in metà dei propri prodotti, utilizza il tonnetto striato – specie considerata in buono stato - pescato con metodi sostenibili (lenza e amo).

Cambiare è possibile.

Quando i consumatori hanno sollevato il problema delle catture dei delfini, l'industria ha risposto positivamente e ora quasi tutto il tonno in scatola venduto in Italia è "dolphin safe", ma purtroppo non basta.

Le decisioni dei produttori di tonno in scatola e della grande distribuzione organizzata possono davvero trasformare il mercato.

La soluzione esiste, e prima che anche gli stock di tonno tropicale vengano totalmente compromessi, come è successo per il tonno rosso del Mediterraneo, bisogna eliminare gli attrezzi pericolosi, ridurre lo sforzo di pesca e tutelare con riserve marine le aree più importanti per queste specie.
COMPLIMENTI PER L'ARGOMENTO!
Difficile parlare di certe tematiche, ancor di più portarle in evidenza in certi furum.

BRAVO!
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