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Esposizioni I nostri successi, come preparare un clc, come comportarsi nel ring... |
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#33 | |
Senior Member
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la questione è da sempre spinosa e colgo l'occasione per ripetere la mia opinione in merito. Oltre alle mie valutazioni, ho fatto mio anche il pensiero di giudici selezionatori e allevatori di maggior esperienza della mia, cercando di seguire una strada che ritengo opportuna e razionale. Questa strada secondo me, non può passare attraverso definizioni assolute e radicali, quale corre il rischio di diventare la richiesta del brevetto IPO1 per il campionato italiano. In una razza poco diffusa come è ancora questa (lo scorso anno in Italia un po' più di 300 soggetti iscritti) avere pochi riproduttori è un distastro. (e lo è in tutte è ovvio...) Vien da sè che il CLC attualmente non può competere nei numeri con pastore tedesco (quasi 20.000 iscritti nel 2004) o boxer e rott (oltre 4000) o ancora dobermann (2500 circa) Questo significa che se da domani solo i cani con IPO1 fossero o potessero divenire campioni italiani, come già ha sottolineato Sarka, ne avremmo giusto 3-4. Inevitabilmente la gran parte delle persone andrebbe a cercare cuccioli di quei cani, con una deriva genetica al cui confronto il disastro del Titanic sarebbe il naufragio di un pattino a 20 metri dalla spiaggia di rimini... Mi si perdoni il paragone esagerato, ma mi premeva evidenziare il rischio reale e non ipotetico. Alla questione IPO (che pure faccio praticare nel mio campo) aggiungo, sposando il pensiero di Piero Alquati giudice selezionatore del PT, che è una valutazione del grado di addestramento del cane e non una valutazione caratteriale che invece servirebbe alla selezione della razza. Tra l'altro giusto lo scorso anno è stata aumentata di difficoltà per l'evidente fatto che in troppi la passavano, raggiungendo quel minimo che magari era troppo minimo. E' stata infatti tolta in IPO1 la condotta al giunzaglio e inserito il riporto in palizzata. Quindi difficoltà in più... Ma anche accettando il pensiero di coloro che la vedono valida per la selezione (guarda caso nemmeno per il PT è comunque sufficiente) non si può non rendersi conto che anche qui succederebbe quanto già è successo in altre razze: la dual purpose, la doppia selezione. Da una parte le linee da lavoro e dall'altra quelle da bellezza (e hanno ben poco a che vedere le une con le altre come ben sanno coloro che frequentano i campi di lavoro). Se nelle razze maggiormente rappresentate, la doppia selezione crea di fatto razze diverse (pensiamo ai PT da expo e ai grigioni da IPO3 o ai malinois...) in questa per i numeri di cui sopra, diverrebbe un'ulteriore divisione deleteria. Sulla base di questa breve riflessione, apprezzo molto il tentativo del club di predisporre una prova caratteriale (anche se non credo positiva e valida il CAL1, molto meglio il 2) e spero che non venga richiesto IPO1 per il campionato italiano (e anzi abolito per quello internazionale). Infine per quanto riguarda il gruppo 1 dei cani da pastore, occorre evidenziare come poche razze in quel gruppo lavorano in utilità e difesa e personalmente anche io vedrei bene il CLC fuori dal gruppo 1 e quindi messo nel 5 anche e soprattutto perchè non so proprio quando il nostro abbia mai fatto il pastore... |
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