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Old 10-10-2005, 15:51   #6
humbert
susie&niki
 
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Io credo che il "relativismo" sia una argomentazione valida solo in parte e che stia diventando un luogo comune.
"Il mio clc fa schifo in questa disciplina?"
"Non importa, è un clc e non bisogna fare confronti".

Forse sarebbe opportuno distinguere fra un addestramento inteso come puro passatempo e uno invece inteso come vera e propria attività sportiva. Capita che si cominci in un modo e si finisca nell'altro...
A quel punto però l'obiettivo, almeno per me, è fare il massimo col proprio cane purché il livello raggiunto sia dignitoso e dignitoso non relativamente ai clc, ma relativamente agli standard della disciplina.

E' chiaro che il modello di riferimento, la direzione da seguire in obbedienza non può che essere la bellissima condotta dei cani da lavoro; modello di riferimento non solo per un fatto estetico, ma anche e soprattutto perchè la gioiosità e la vivacità del cane sono la migliore testimonianza di un addestramento corretto volto ad esaltarne le naturali qualità. Sono bastati due mesi con un metodo di lavoro diverso, finalizzato a quell'obiettivo, per cambiare significativamente la condotta del mio cane, che, senza raggiungere risultati tanto alti, è comunque diventata accettabile.
Un confronto serio con le altre razze da lavoro è secondo me fondamentale, anche allo scopo di capire quale possa essere la disciplina d'elezione per il clc (se pure ce n'è una... ).
Dice Diego "sono capaci di fare le stesse cose, solo in modo diverso": è verissimo, ma quando è proprio il modo in cui vengono fatte le cose a contare (nelle gare), allora il confronto diventa inevitabile. (La precisione negli esercizi è precisione: nel regolamento non è contemplata una scala di imprecisione a seconda delle razze...)
Penso, da profana, che in PC sia importante il risultato concreto: basilare è che il cane trovi il disperso, non lo stile con cui lo fa. In UD invece la forma conta quanto la sostanza. (A questo punto si potrebbe aprire una discussione sulla sensatezza dell'addestramento in UD, ma non mi sembra la sede adatta...)
E comunque ha ragione Machiavelli (ehm) quando dice che bisogna fare come gli arcieri prudenti ai quali "parendo el loco dove disegnano ferire troppo lontano e conoscendo fino a quanto va la virtù del loro arco, pongono la mira assai più alta che il loco destinato, non per aggiugnere con la loro freccia a tanta altezza, ma per potere con l'aiuto di sì alta mira pervenire al disegno loro".
Io però non conosco ancora del tutto la virtù del mio arco, e può darsi che mi riservi ancora sorprese...per questo continuo!
Bye
Silvia
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