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					Originally Posted by  starjumper
					 
				 
				...metà degli articoli sono su Reggio e Parma, Ramiola poi è... a 2km da qui. 
 
Che bello. 
			
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 purtroppo, accade praticamente ovunque.
Faenza: 'bocconi' avvelenati
E' caccia al killer dei cani
Tabellata l’area verde Stacchini-Bertozzi. La Polizia Municipale ha avviato le indagini
Faenza, 7 febbraio 2011 - 
La polizia Municipale ha  fatto pervenire al pm Gianluca Chiapponi, di turno alla Procura della  Repubblica, una prima notizia di reato relativa allo spargimento di  bocconi avvelenati al parco Stacchini-Bertozzi (si ha notizia di un cane  morto, ma potrebbero essere di più): l’ipotesi di reato è quella  prevista dall’articolo 544 bis del codice penale che punisce da tre a 18  mesi di reclusione chi provoca la morte di un animale senza necessità.  Ora l’indagine è tesa a individuare i responsabili di un atto tanto vile  quanto criminale.
La Polizia municipale ha anche tabellato l’area  verde. I cartelli che avvisano dell’avvenuto ritrovamento di polpette  avvelenate (probabilmente con fitofarmaci) sono stati affissi fino alla  zona di via Cavour; vi si dà conto del ritrovamento di esche avvelenate e  della conseguente necessità di prestare la massima attenzione,  avvisando altresì che è obbligatorio l’utilizzo della museruola. Vi sono  anche i numeri telefonici da chiamare (Polizia Municipale, Servizio  veterinario dell’Ausl, Polizia Provinciale e Forestale). In zona c’è  anche il cartello affisso dalla padrona di Raya ("la mia cagna si è  salvata", scrive la signora), che mette in guardia gli altri padroni di  cani, informando dei sintomi dell’avvelenamento e della terapia  adeguata: l’uso del Valium.
La tabellazione dell’area è stata effettuata in  accordo con il servizio veterinario dell’Ausl, informato della vicenda.  La museruola è indispensabile per evitare che il cane ingoi qualcosa di  pericoloso. Malgrado l’attenzione del padrone, infatti, un cane è  velocissimo nel trangugiare qualsiasi cosa di commestibile. E se il  boccone è avvelenato, accade quello che è successo sabato. Una prima  segnalazione è arrivata addirittura sabato mattina da Castel Bolognese;  qui un castellano aveva portato il proprio cane dal veterinario dopo  aver fatto un giro da amici a Faenza. Ed era stato proprio nella zona  del parco Stacchini-Bertozzi, manifestando in seguito i sintomi  dell’avvelenamento: abbondante salivazione, iper-eccitazione, tremori,  scarsa coordinazione. Quel cane è stato salvato, ma non è accaduto così a  un animale di piccola-media taglia di due turisti tedeschi che sabato  pomeriggio si è sentito male in corso Mazzini, dopo una passeggiata al  parco tra lo Stradone e lo Stradello Cappuccini.
Altri due cani sono stati curati e salvati  dall’intervento di medici-veterinari con iniezioni di Valium. Tra le  ipotesi con cui si cercano di spiegare le ragioni di questa codarda  campagna di avvelenamento, il fatto che l’area di sgambamento inserita  nell’area verde del parco Stacchini-Bertozzi con la stagione invernale è  divenuta quasi impraticabile per il fango; i padroni dei cani allora  qualche volta portano a spasso i loro amici a quattro zampe nel più  vasto parco attiguo. E questa circostanza potrebbe avere infastidito  qualche incivile abitante della zona.
Ieri l’area di sgambamento del parco era come al  solito molto frequentata. I proprietari dei cani parlavano di quanto  accaduto, con giudizi inevitabilmente durissimi nei confronti  dell’avvelenatore. Dicevano che sono morti alcuni cani, ma il numero  esatto dei decessi potrà essere calcolato oggi, con la riapertura del  servizio veterinario dell’Ausl al quale saranno consegnati alcuni  bocconi che sabato pomeriggio sono stati effettivamente individuati e  raccolti da un frequentatore dell’area verde. In capo al servizio  veterinario dell’Ausl sarà anche la bonifica dell’area, su disposizione  del sindaco.
 
fonte
 
 UCCISI DA BOCCONI AVVELENATI QUATTRO CANI IN POCHI GIORNI
11 feb 11
                                                                  Nella zona Acquacalda di Siena.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       Il killer dei cani agisce  all’Acquacalda. In un paio di settimane sono già morti quattro cani per  aver ingerito bocconi avvelenati. L’allarme viene lanciato dai residenti  della zona e raccolto dall’associazione Anpana della provincia di  Siena, che allerta i proprietari di animali che abitano in quella zona.  “Da diversi giorni - scrivono i responsabili dell’Anpana - ci giungono  notizie di animali che in quella zona hanno ingerito bocconi avvelenati,  quattro dei quali sono morti. Purtroppo per i proprietari è quasi  impossibile riconoscere le esche mortali che ignobili mani gettano  ovunque. E' fondamentale non portare i propri animali nei prati erbosi  di quella zona e preferire i marciapiedi asfaltati dove è più facile  notare eventuali esche che tuttavia vengono gettate anche nei punti  asfaltati, a quanto pare“. Per il momento sono morti per avvelenamento  due labrador, un bassotto e un meticcio. “
Collocare esche o bocconi  avvelenati - scrive Anpana - è un reato punito dalla Legge 157/92 e, nel  caso di morte di animali, anche dall'articolo 544/Ter del Codice  Penale. La Regione Toscana, è stata la prima in Italia ad approvare una  legge specifica sul problema degli avvelenamenti: la L.R. 39 del 16  agosto 2001, ’Norme sul divieto di utilizzo e detenzione di esche  avvelenate’, che prevede il divieto di utilizzo, dell'abbandono, della  preparazione e della detenzione di esche o bocconi avvelenati”. La  normativa stabilisce l'obbligo per il medico veterinario di segnalare  (tramite apposita scheda) entro 24 ore alla polizia provinciale e al  Comune di competenza casi di avvelenamento sicuro o anche solo sospetto,  giunti alla sua visione. Questo permetterà di dare avvio, da parte  delle istituzioni competenti, alle azioni di competenza per un più  accurato monitoraggio del fenomeno. Il 17 gennaio 2009 è entrata in  vigore un'ordinanza del Ministero della Salute, che, tra i vari aspetti,  dispone obbligatoriamente l'esecuzione dell'autopsia da parte degli  istituti zooprofilattici ogni qual volta il medico veterinario riscontri  anche solo il sospetto che l'animale possa essere stato vittima di un  avvelenamento. Viene inoltre introdotto l'obbligo per il proprietario  dell'animale di sporgere denuncia alle autorità. Cosa fare dunque quando  si trova un animale selvatico o di affezione morto con sospetto di  avvelenamento? Prima di tutto occorre portare l'animale da un  veterinario. Questi, se riterrà confermato il sospetto di avvelenamento,  dovrà inviare la carcassa dell'animale o liquidi e sostanze recuperate,  all'Istituto Zooprofilattico, per consentire l'autopsia dell'animale e  le analisi dei campioni. Qualora si rinvenga un esca o boccone, non  manipolarlo mai a mani nude, introdurlo in sacchetto di plastica e  recapitarlo alla polizia provinciale - è molto importante - mantenere i  campioni a bassa temperatura per non deteriorarsi
dal Corriere di Siena                                  
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 Cani avvelenati 
dic 06, 2010              
                                                       
                    Quando  i cani nel loro scorrazzare disturbavano la selvaggina, facendola  spostare e magari commettevano il “delitto” di predare un fagiano o una  lepre, venivano irrimediabilmente condannati a morte. Sentenza eseguita,  nottetempo, con l’uso di micidiali bocconi avvelenati, lasciati in  certi casi addirittura di fronte alla cuccia del cane. Il Corpo  Forestale dello Stato ha denunciato cinque persone in provincia di  Forlì-Cesena (tre residenti a Bagno di Romagna, una a Cesena e l’altra a  Civitella di Romagna) per avere avvelenato e ucciso, nel 2009 con  bocconi di carne, nove cani (otto a Bagno e uno a Civitella) su un  totale di 13 cani vittime di “polpette alla stricnina”, quattro dei  quali salvati dal pronto intervento dei veterinari. Le indagini della  Forestale hanno permesso di appurare che i denunciati, in gran parte  cacciatori, ma non solo, se la prendevano con i cani più esuberanti, che  lasciati liberi dai proprietari facevano migrare la selvaggina,  altrimenti da inquadrare nei mirini dei fucili da caccia. I denunciati  rischiano sino a tre anni di reclusione. 
Resi noti, durante la  conferenza stampa al comando di Forlì della Forestale, i dati sul triste  fenomeno. 
Nel corso del 2009 sono stati ben 
163 i cani avvelenati in  Emilia-Romagna. 
Di questi 42, pari al 26% nella sola provincia di  Forlì-Cesena.
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